1961: Albrici & Paderni
Evidentemente la necessità di Antonio Albrici di lavorare a Firenze era scritta nel suo destino, nonostante fosse però impossibilitato a lasciare la ditta di Brescia, perché il padre Angelo desiderava concedersi il meritato riposo.
Antonio decise allora di coinvolgere l'amico carissimo Giovanni Paderni, bresciano a sua volta, che con totale fiducia in Antonio chiuse la sua bottega di restauro in città per trasferirsi ad abitare con la famiglia a Firenze, città che non aveva mai visto prima.
Giovanni era accompagnato da un fedele giovanissimo aiutante, Francesco Nardone, tuttora impegnato ed importante collaboratore dell'attività.
Nel 1961 nacque così Albrici e Paderni s.n.c., che sfruttando un momento storico di continua ascesa economica ebbe subito un intenso lavoro. Il grande afflusso di stranieri a Firenze, americani soprattutto, che visitavano e trovavano addirittura casa in città, portava inoltre continuamente compratori in negozio.
Giovanni settimanalmente tornava a Brescia per recuperare nuovi beni da vendere, dove Antonio era a sua volta impegnato e vendere ed acquistare, in parte per arricchire le numerose sale della sede di Brescia in Via F.lli Bandiera e in parte, nel caso di merce più adatta al mercato di tradizione toscana o di gusto internazionale, per il negozio di Firenze.
Anche a Antonio a volte si recava ancora a Firenze dove l'amico e socio Giovanni era ormai diventato il partner ideale per condurre la ditta fiorentina.
Era il periodo delle grandi mostre internazionali, in particolare della nota e attesa Biennale di Firenze; tanti erano i colleghi che fin dai mesi precedenti venivano a reperire i pezzi più pregiati del '500 e del '600, da cassettoni a credenze e cassaforti, tanti erano i clienti privati che in occasione della Mostra visitavano i negozi del centro storico.
Giovanni raccontava sempre ad Antonio dei clienti famosi che arrivavano in negozio: artisti, attori di Hollywood, ballerine e collezionisti; tanti giorni di lavoro e tante storie da raccontare.
Antonio, con la mente creativa che lo caratterizzava, aveva a tempo inserito il settore dell'artigianato in negozio, proprio per rispondere alle diverse esigenze della clientela.
Per questo venivano realizzate sedie in stile, panchetti, credenze, specchiere, torciere in ferro, testate da letto, fontane, camini, pietre decorative e i lampadari di Murano.
Una particolare produzione proposta negli anni furono gli oggetti in peltro e i boccali da birra in peltro e ceramica, riproduzioni fedeli di oggetti antichi che segnarono un grande interesse per il mercato europeo.
Giovanni Paderni, capace, amabile e soprattutto affidabile seppe sostenere questi decenni di intenso lavoro con instancabile presenza, diventando stimato e amato sia dai clienti e amici fiorentini che dai colleghi italiani e stranieri.
Il negozio di Via dei Serragli 20R divenne un punto di riferimento e un immancabile appuntamento per le visite a Firenze.
Negli anni Giovanni, non mancando lavoro in negozio, si avvalse dell'aiuto di due figlie fino a quando nel 2008, a seguito di più di due anni di malattia Giovanni morì, dopo aver chiesto all'amico Antonio di riprendersi interamente la proprietà della ditta.
Antonio si ritrovò dopo tanti anni solo in una ditta che pensava ormai nel naturale destino fiorentino del caro socio.
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